TICENGO – LO STEMMA
Un’approfondita ricerca archivistica e bibliografica effettuata in vari fondi documentari cremonesi e milanesi, ha rilevato che la prima pratica di adozione dello stemma comunale venne iniziata nel 1934, ma il tentativo non ha prodotto alcun esito. Un secondo tentativo venne fatto nel 1953 con uguale risultato. Le vicende antiche di questo paese sono state ricercate e raccolte per la prima volta nel 2003 e l’emblema comunale è stato concesso con Decreto della Presidenza della Repubblica dell’11 maggio 2004.
Lo stemma comunale è troncato: nella parte superiore colorata di rosso è raffigurata una borsa d’oro, accompagnata nei fianchi da due forbici, di argento, con gli anelli all’ingiù e le lame aperte; nella parte inferiore è riprodotto su sfondo azzurro il castello colorato di argento e murato di nero con tre torri. La parte superiore vuole ricordare il maggior santo della chiesa cremonese la cui famiglia portava il nome della località di origine, Omobono di Ticengo.
La figura ed il ricordo del santo Omobono vengono espressi mediante le forbici che indicano la sua attività di sarto, una borsa che indica la sua caratteristica di generoso benefattore degli indigenti.
La parte inferiore vuole ricordare l’esistenza documentata di un castello, del quale esistono ancora oggi le vestigia, sia pure stravolte e sfigurate nei secoli da rimaneggiamenti e ricostruzioni. Ticengo e il suo castello appartengono ad un territorio che fu coinvolto in importanti fatti accaduti nei secoli XII-XIII, cioè ai tempi delle guerre tra Cremona e Milano per il controllo politico del Cremasco. Dopo quegli avvenimenti, culminati nella distruzione di Crema da Federico Barbarossa, scompaiono alcune località documentate come esistenti nei dintorni di Ticengo durante i secoli centrali del Medioevo, quali il vico di Mastalengo che era situato a nord-ovest di Ticengo, tra Romanengo e Casaletto di Sopra. Anche la località di Ero è scomparsa nello stesso periodo, sostituita dal castrum di Romanengo fondato dal comune di Cremona nel 1192 per assicurarsi il controllo del territorio dal quale proveniva l’approvvigionamento idrico della città. Anzi, in un primo momento (nel 1170), fu proprio il comune di Ticengo (dove esisteva già un castello) che ricevette da Cremona l’incarico di curare la ricostruzione e la manutenzione di alcune chiuse esistenti sulla Cremonella nei dintorni di Romanengo, in cambio ottenne importanti concessioni fiscali. Quando Cremona nel 1192 edificò ed affrancò il castello di Romanengo, il castrum di Ticengo perse la sua importanza a vantaggio di quello.
Nel 1526, dopo la morte dell’ultimo duca di Milano e delle guerre tra Francia e Spagna, la giurisdizione di Romanengo veniva venduta a Lodovico Affaitati. Nell’occasione il territorio soggetto alla podestaria di Romanengo venne eretto a contea. La contea, passando dagli Affaitati ai Salazar, è sopravvissuta fino alla caduta del sistema feudale (1798). Già al primo passaggio successorio il territorio di Ticengo venne staccato; infatti, nel 1539 Marco Antonio Castelletti e i suoi fratelli ottennero in feudo Ticengo, trasmissibile ai loro eredi e successori.
Ai Castelletti successero nel secolo XVII nel possesso del feudo, per metà i Pozzobonelli e per metà gli Azzanelli.
L’organizzazione territoriale data da Napoleone al Regno d’Italia ci mostrano il Comune di Ticengo far parte nel 1805 del Dipartimento dell’Alto Po, Mandamento di Crema, Cantone di Soncino. La restaurazione austriaca incluse il convocato generale di Ticengo al Distretto di Soncino.
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, il comune di Ticengo, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento IV di Soncino, circondario II di Crema, provincia di Cremona. In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865, il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario
e provincia.
Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Crema della provincia di Cremona. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1946 il comune di Ticengo veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.
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